Il presidente Ungdcec commenta così le dichiarazioni del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho che critica l’emendamento al decreto Crescita sull’inclusione dell’affitto d’azienda fra le competenze di commercialisti e avvocati.

“Riduttivo definire il ruolo dei Dottori Commercialisti meramente “di parte”, in considerazione che nel quotidiano siamo oberati da funzioni di “garanzia”, come ad esempio, per gli adempimenti connessi all’antiriciclaggio e privacy”. Così Daniele Virgillito, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) commenta il parere negativo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo sull’emendamento al decreto Crescita che includeva l’affitto d’azienda fra le competenze di commercialisti e avvocati.

“L’emendamento ha il pregio di riconoscere il ruolo di terzietà e di garanzia della fede pubblica – fa notare Virgillito – che i commercialisti, nell’agire quotidiano, assumono nel determinante ruolo di sostegno e supporto della PA, assumendosi gli oneri (evidentemente senza vedere riconosciuti gli onori) di garanti dello Stato correndo spesso smisurati rischi professionali e personali”.

Il presidente dell’Unione Giovani commercialisti, associazione che riunisce più di 10 mila professionisti under 43, ricorda poi che il decreto ministeriale 160 del 9 settembre 2013, “con l’istituzione dell’albo degli amministratori giudiziari riconosce, a commercialisti e avvocati, la piena terzietà rafforzandone, tra l’altro, proprio il ruolo di garanti della fede pubblica. Se, come ausiliari del giudice, possiamo vendere immobili e aziende – sottolinea Virgillito – è inspiegabile che da liberi professionisti non possiamo agire con le stesse riconosciute qualità morali”. Il principio da combattere, quindi, secondo il presidente dei Giovani commercialisti, è la diversa permeabilità morale “doveroso scongiurare palesi contraddizioni che nulla hanno di logico e concreto e che non fanno altro che far scivolare le professioni ordinistiche verso un baratro. Sono inaccettabili, conclude, le parole del procuratore Cafiero De Raho quando, commentando il nostro operato, ci definisce “strutturalmente di parte e sottratti ai controlli dello Stato”.

La Giunta dell’UNGDCEC

Roma, 6 giugno 2019